Incmaro di Rheims sul Battesimo per immersione (Latinità Ortodossa)

In una lettera del 858 d.C., il vescovo di Rheims, Incmaro, scriveva ai suoi preti circa il battesimo per immersione, spiegandone il senso spirituale. Non deve stupire che un vescovo gallo-latino del IX secolo stia spiegando il simbolismo dell'immersione battesimale, perché fino al XII secolo, questa era l'unica prassi conosciuta dalla Chiesa occidentale

In foto: il battistero Neoniano a Ravenna.

[...] Il [catecumeno] è quindi battezzato nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: così come l'uomo originale è fatto ad immagine della Santissima Trinità, così nel nome della Triade l'immagine stessa viene restaurata, la medesima che cadde sotto il giogo della morte attraverso tre trasgressioni, così attraverso tre immersioni riemerge alla vita tramite il fonte lustrale. Così come l'uomo interiore viene rinnovato nell'immagine del Creatore, così anche l'uomo esteriore, il suo corpo, viene mondato con tre immersioni nella Santa Trinità. Così, lo Spirito Santo agisce invisibilmente, mentre il sacerdote compie i segni esteriori tramite l'acqua. Difatti, il peccato originale venne tramite tre trasgressioni: tramite, pensiero, parola e azione. Ed è per questo che i peccati possono essere compiuti con pensieri, parole e azioni. Le tre abluzioni purificano dunque i battezzandi dalle tre classi di peccato. E poiché secondo le Scritture abbiamo un solo Dio, una sola Fede, un solo Battesimo, così noi immergiamo tre volte i catecumeni nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così che la Trinità si manifesti nel Sacramento; e la persona non viene battezzata nei nomi separati del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ma nel Nome, che è quello divino, secondo l'Apostolo: un Dio, una Fede, un Battesimo. [1]

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Tratto da: Hincmar of Rheims, on the triple immersions, risorsa web.

1) Efesini 1:17


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