San Gennadio di Marsiglia e il Filioque: una analisi testuale

In una discussione con alcuni cattolici romani - circa la supposta antichità del filioque - è uscita la testimonianza di San Gennadio di Marsiglia (+496), detto anche Lo Scolastico, che sarebbe stato, secondo i cattolici, un filoquista. Eppure, a quanto pare, san Gennadio di Marsiglia non fu affatto un filoquista. Difatti c'è discordanza fra i testi proposti nella stessa Chiesa Cattolica.

Secondo la attuale edizione della Patrologia Latina (volume II), infatti, nel  De Ecclesiasticis Dogmatibus di san Gennadio, viene riportato: 

Credimus unum esse Deum Patrem et Filium et Spiritum Sanctum. Patrem, eo quod Filium habeat: Filium, eo quod Patrem habeat: Spiritum Sanctum, eo quod sit ex Patre et Filio. Pater ergo principium deitatis; qui sicut nunquam fuit non Deus, ita nunquam fuit non Pater: a quo Filius natus: a quo Spiritus Sanctus non natus, quia non est Filius; neque ingenitus, quia non est Pater; neque factus, quia non est ex nihilo, sed ex Deo Patre et Deo Filio Deus procedens. Pater aeternus, eo quod aeternum habeat, Filium cujus aeternus sit Pater; Filius aeternus, eo quod si Patri coaeternus: Spiritus Sanctus aeternus, eo quod sit Patri et Filio coaeternus.

Tuttavia, nell'Enchiridion Patristicum di Joseph Rouet del 1922, viene invece riportato lo stesso testo, ma con alcune differenze fra cui l'assenza del Filioque [1]. 

Credimus unum esse Deum, Patrem et Filium et Spiritum Sanctum: Patrem, eo quod habeat filium; Filium, eo quod habeat patrem; Spiritum Sanctum, eo quod sit ex Patre procedens, Patri et Filio coaternus. Pater ergo principium deitatis; qui, sicut numquam fuit non Deus, ita numquam fuit non Pater, a quo Filius natus, a quo Spiritus Sanctus non natus, quia non est Filius, neque ingenitus, quia non est Pater, nec factus, sed ex Deo Patre Deus procedens.


Foto del testo originale, dalla banca digitale dei testi vaticani. 

Anche nell'edizione di H. Turner, stampata nei primi anni del XX secolo, il passo del De Ecclesiasticis Dogmatibus non ha il filioque [2]. Occorre comprendere il perché fu scritto il libro da san Gennadio, che era un sacerdote di Marsiglia, molto legato ai circoli dell'intellettualismo curiale del periodo. Siamo nella prima metà del V secolo, ed egli fu un prete che, benché latino, si interessò molto dei conflitti cristologici suoi contemporanei nell'Oriente del V secolo. Scrisse diversi libri contro Eutiche e contro Nestorio, e si interessò di controbattere il pelagianesimo. Era un autore prolifico, e tradusse in latino le opere di Evagrio Pontico, purtroppo andate perdute! San Gennadio "Lo Scolastico" era un intellettuale forbito, che conosceva il greco e perfino il copto - aveva tradotto delle opere di Teodoro II di Alessandria d'Egitto, anche queste purtroppo perdute. La sua opera De Ecclesiasticis Dogmatibus fu a lungo attribuita a sant'Agostino giacché si credeva essere troppo profonda per poterla davvero dire scritta da un sacerdote. 

Nel documento Trattato sullo Spirito Santo, san Gennadio scrive [3]:

Spiritum Sanctum: eo quod sit ex Patre cum Filio, Pater ergo principium deitatis

Lo Spirito Santo, che è dal Padre e dal Figlio, il Padre qual principio della Divinità

Nel modo di scrivere dei Latini, il "Pater principium deitatis", frequente in molti autori latini, sintetizza il concetto ortodosso della monarchia del Padre.  San Gennadio di Marsiglia fa parte di quella frangia di autori chiamati dagli accademici << semi-pelagiani >>, ovvero coloro che, in Occidente, adottarono una teologia non propriamente agostiniana, ma più libera dai condizionamenti culturali del vescovo di Ippona. 

In sintesi, san Gennadio Scolastico, sacerdote di Marsiglia, non era filoquista. 

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NOTE E FONTI

1) Enchiridion Patristicum, digitalizzato. 

2) Collezione di H. Turner, da poter acquistare per studio. 

3) Documento digitalizzato dalla Biblioteca Vaticana. Doc. Reg. Lat. 1127, pag. 98


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